venerdì 24 giugno 2011

IL TEATRO A GESTI. A VERONA LA PRIMA COMPAGNIA DI SORDI

La lingua dei segni non è solo per comunicare, è molto di più. È manifestare gli stati d'animo. Con i segni si scambiano emozioni, si afferma l'arte in tutte le sue forme e lo hanno dimostrato ancora una volta i sordi dell'Ens di Verona che ha infatti portato in scena il teatro fatto in Lis, per l'appunto con il linguaggio dei segni. L'evento, che ha ottenuto un grande successo, si è tenuto l'altra sera al teatro della scuola Gresner, in stradone Antonio Provolo.


E non è un caso che la prima teatrale veronese de «Il castello di Kronborg» si sia tenuta nella scuola dedicata all'insegnamento e alla buona integrazione tra chi ha diverse abilità e chi è normodotato. Ma anche nella strada intitolata al fondatore della scuola per sordi e a colui che diede vita al primo coro per bambini sordi, il sacerdote Antonio Provolo per l'appunto.

La compagnia teatrale si chiama «Il balcone» a fondarla nel 2008 è stata Antonella Cengiarotti che fin da piccola desiderava recitare e creare nella sua città una compagnia teatrale di questo tipo. Le prime iniziative erano tutte dedicate ai bambini e poi, poco alla volta il numero degli attori non udenti è aumentato. A dare una mano ad Antonella Cengiarotti in veste di collaboratore è Marcello Broglia. Le scene sono di Maurizio Anselmo. Gli attori sono Maurizio Anselmo, Michele Menghini, Tiziano Piccoli, Andrea Ruffo, Bianca Mascali, carlo Brutti, Diana Vantini, Fausto Saretto e Massimo Baldini. La trama del «Il castello di Kronborg» prende spunto da una drammatica commedia shakespeariana: il protagonista è Amleto, sempre alle prese con forti conflitti interiori che lo condurranno a tragiche soluzioni per la sua vita e quella di chi gli sta accanto.

Lo spettacolo è stato presentato da Giuliano Nicetto Boaretti. Dalla regia alle scenografie fino al sistema luci è stato tutto curato da non udenti. È nata a Verona la prima vera compagnia teatrale di sordi che sanno esprimere il meglio della letteratura senza tradurla in suono, ma semplicemente in un gesto.

Il presente post, per l'Eccezionalità dell'Evento, è una chiave di lettura della Diversabilità che in Arte.....si racconta!